ok, ho deciso che dare delle tagline e di conseguenza dei tag è troppo sbattimento quindi sono qui per motivi che stanno addirittura ininquadrabili a neocities stesso. non personalizzerò, infodumpo perché l'infodumping mi piace a seconda. spesso di sicuro. comunque: volevo dire che c'è o per meglio riaffermare c'era questa ragazza, che non ha problemi ad interfacciarsi ad altri, che è stata e sarà d'altri [qui si crya], e ovviamente non posso averla. però diodio.
una volta mi ero autoconvinta che avrei fatto, trovato, amato, etc. ma da monogamista l'è impossibile trattenere qualcuno a gravitare presso di sé come se si fosse figli del Tanabata. bisogna sempre rinnovare incessantemente, sapere quasi del tutto tutto, esaltare, dopaminizzare, far star in un certo modo... e dire che a me sarebbe bastato un technojunglista angolo, una connessione internet con dispositivi performanti, erba e una casetta confortevole con l'amore di una vita vera. invece. e non c'è seconda chance, la morte è eterna, e per fortuna vien da dire. banalmente non si sentirà nulla esattamente come nulla si è sentito veramente in vita (sì, lo so che l'esistenza dovrebbe essere deputata a far 2 coglionatelle che portano il snc ad esaltarsi ma è frutto del darwinismo questo sistema etc.)
comunque mi viene il piantoridere perché sono tutti o quasi là fuoridentro a slezengare i coegloni affermando ke bisogn' lavurar et la kava alla fava e poi non appena qualcheduno tira fuori la vera ex genio rilevato genialata del deus humano in presentia anche se el dyo inesiste iniziano a droppargli contro le sparancate di humanity dalla stratazione variegata e comunquemente acefala che inizia a dir di contro loro: eh ma così l'è troppo, va stoppata, va regolamentata, etc etc. ma ciavatev'el baton, già che qualcuno trova qualcosa di tecnologicamente rilevantissimo ed intelligentissimo, anziché prospettarne futuri migliorativi andate a fracassare tutto l'inkulatoyo con voi accartocciati compresi. affank
mi alzo a bordo letto, tiro un rutto alla cola di ieri che potrebbe schiodare la piastrellatura del bagno, sanitari del bagno compresi. mi gratto l'area a bordo culo, quella che si approssima alla spina dorsale, e ne tiro un altro. agenzia ritiro pacchi, meno efficiente di un'agenzia tirarutti che alcuni più gassosi di noi hanno dentro, finanche e fin sopra il cuore. non pare aria che deriva dai polmoni, più che altro è come la sporcizia delle fughe dei pavimenti. mi ricordo di quando da piccola correvo saltando tra un esagono piastrellare e una palladiana a caso, cercando di non toccare 'ste fughe del cazzo, ed oggi è un'impresa vera non farsi dare dell'autistica per comportamenti del tutto normali e perfettamente rientranti nell'alcova delle possibilità bambinesche se non fosse che l'humus mentale del tempo che scorre e corre e purtroppo ricorre a cerchi nella mia testa è vero hummus, merdate varie che si offrono alle feste da sfigati con colonnati di fiorellini insulsi al collo, cazzari con coni cartonati riversati in testa, attire finto casual e minchiate varie al contorno, di solito rosso vino o magari un mojito del cazzo, che vorrei provare. ecco, pur nel rincoglionimento sono una che parte ogni mattinata scavandomi fuori da questa testa ragionamenti che manco con un phD alla pemberton arts and non so che cazzo di cosa con questi nomi altisonanti ma sempre prevedibili. calcio una ciabatta infeltrita, devo subito trovarne altre che mi stiano strette come e più di 'sta vita del cazzo, e faccio perno sulla gamba dx per alzarmi e andarmene affanculo. letteralmente a spingere di culo, dal momento che 'sto cazzo di caffè sa di acqua pisciata fuori dal vaso. prendo roba al latte irrancidito, sembra yogurt, quelle puttanate da supermarket che mi pare ne facciano di migliori e più variegate pure ai minimarket cinesizzati e bangladizzati, e via. tanto mangio dopo, tutto di merda. mordere snack è conforto doppio per chi ha alta metabolizzazione di tutte le fottute cose, così tanto che a me l'imposizione di vivere sta sul cazzo da più vite. strano questo tempo, mi spieghi qualcosa ma ci arrivo di controesempio [qui la Roberta finisce di narrare perché non ci avevo lo sbattRimento]
vedo crescentemente gente che si lamenta di stradiverse cose pur avendo tante soluzioni a loro confatte ed abbordabili, gente che non ha idea di cosa sia dover campare realmente vedendo tutti i giorni le stesse cose identiche e straidentiche e limitatamente avversative e cardiorestringenti e astringenti valvole mentali e memeplessi vari finché tutto ricollassa nella stessa buca in cui è nato. cose per cui dici che vuoi alzarti a bordo letto e tirare un ultrarutto sorsando cola frizzantissima di quella per cui rutti tipo anche dalle nari, ma hai vissuto 40 anni di acqua frizzantizzata neanche troppo, e in più certe volte rutti anche l'acqua del rubinetto. poi leggi le solite automanfrinte di gente che si sente in colpa per volersi divertire, gente che si sente in colpa per respirare, gente che bada esclusivamente al voler essere sfruttata perché l'autoinkoolarsi è un'arte poco cool da sempre praticata da molti. tristezza insorge spesso per via della gente, soprattutto quando non capiscono che titoli giocabili come la delta di runa (quasisic) valgono molto più di qualcosa si possa fare in vita. vita virtuale superiore a vita reale, cosiddetta, perché da quanto ce ne fa capire bene la fisica, il reale è virtuale. e pure viceversa, non sorprendentemente, dal momento che pure la fantasia è un sottoinsieme della realtà essendo in essa ricompresavi.
allora tra una reminiscenza dei giochi yoshiosi con i cookies e le island e quel periodo magnifico ora rievocato da demake deltarunari undertalari e earthboundari, cose per cui vale seriamente la pena vivere, tornano le acuminosità alternate della vita demmerd' che tocca vivere in attesa che questo strainfinito quarantennale periodo per cui si levino tutti dal kaz pervenga o si concluda a seconda del punto di vista, se dall'ante guardante o dal post guardante e per così finalmente vivente ciò che merita, avrebbe sempre meritato e che dignifica la vita livello base quanto prendere una molecola ossigenara e una briciola sbrisata di caz de pan. non si vede l'ora che espiri l'existentia dal corpo dei soggetti che hanno manipolativamente e sottilmente e miserevolmente impedito a una creatura di vivere serena e svilupparsi non degeneramente, anche se va detto che chiunque tenga a bada con potenza irretente non votante al delinquiscente istinti poderosamente così strappanti vadano dedicate cinquanta miliardi di piazze calli e cale e piazzolle e la rava gigante da qui fino all'oltre degli universi mundi. non vedo l'ora che tutto ciò sia finito, innanzitutto nel primo senso in cui si è ancora in provvisoriamente vita, per quanto malincassata e martoriata, e poi tutto il resto nel secondo. traduttivamente: abolendo il lavoro convenzionalmente inteso, e privilegiando invece il lasciar fare il maz che la gente vuole nei limiti della reciproca libertà e incolumità, mentre a foraggiarci l'esistenza è un memeplesso di ben orchestrate aiS, è l'unica soluzione ad un destino altrimenti costituito di sfruttamenti, svogliatezza eteroimposta, problematiche sociali, mazzi e razzi che vengono non curiosamente ma consequenzialmente a colpire anche coloro che nun c'entra l'caz.
la gente è scraniata pazza per le più svariate erronee ragioni. prendi ad es quella della AIficazione del tutto, di svariate cose, di statisticamente sempre maggiori cose etc. il problema di questa autogenerata psicosi collettiva (che ridentemente non ha niente a che vedere con l'inventatissima AI-osa psicosi, banalmente l'umanità è shittosamente credula e si autoimbaratrerà quanto vorrà anche se non vorrà [i due fenomeni sono invertitamente proporzionali e sproporzionati]) è che la gente non capisce che il lavor demmerd va abolito in toto, a favore dell'universale unica rendita di base e pure avanzata perché già che campiamo uno sputo luminale, che si campi a condizioni decentemente crescenti mentre l'AI si occupa per appunto di tutto. di automatizzare intelligentemente le cose (ora siamo agli esordi e per quanto si siano compiuti passi in avanti straordinariamente poderosi e continuativi ogni singolo futtuto giorno di meraviglia, che la tecnologia è l'unica roba sorprendente rimasta oramai, siamo appunto in un contesto perfezionabilissimo, ma la gente tende a voler giudicare e così pregiudicare il tutto, prevenutamente e non preventivamente in attesa che in tutto si superi l'umano-- tranq che in tantissime cose come disegno e scrittura e arti polimorfiche e sintesi del video e del parlato etc. etc. l'AI ha la mano superiore deggià). la gente non capisce che deve smettere di essere schiavizzata, ed è buffo perché tutti si lamentano correttamente et giustamente con l'antilavorismo e non si rendono conto che saria anca l'ora di compatibilizzare lo scenario mondiale con la libertà massima che ci si può consentire, pur essendo noi una specie intrinsecamente limitata, e in un contesto universale in cui non si capisce perché la felicità debba essere il metro valutatore della qualitativamente ben vissuta vita -- il realista che è il pessimista sa che non è così. automatizzate, abolite el wuorko, quest'orco indegno che primigeniamente distrugge tempo, salute, mente e creatività libera della gente irregimentandola in sperimentazioni sacrificali protopaleolitiche, e VFC.
spessissimo si legge 'esci qui, esci là' (escludo giù e su perché sovente è roba da polimiliardari). e vabbé, se si ha qualcuno al braccio potrei capire una passeggiatina e 2 cose. ma l'uscita non è detto che sia sempre meglio del restare, specialmente se la tua interiorità mentale e corporale è potenziata dalla conoscenza e dal virtuale. la vita vera e le emozioni vere mi pare siano più digitali che altro, specialmente per alcune categorie di persone particolarmente prospettiche ad attaccamenti potenti.
non che io voglia dire qualcosa di nuovo in queste rigature, ma di certo posso voler dire qualcosa che pur sapendolosi non lo si ribadisce mai abbastasnza pro bono di tutti gli stolti che popolano cotesto planeta (e corrispondono a vastissima percentuale, altroché code di gaussiana amene che separano dagli amenti). quello che va detto (la minuscolatura dopo il punto la metto perché so che si tratta di un errore, ma garantisce fluenza diaristica digitale più appropriata in questo contesto) è che non è sintomo di normalità o di intelligenza l'aggiustamento semiserio o serio ad un sistema da cui ti dissoci in una pluralità di aspetti e per di più in cui non hai chiesto di far parte coscientemente e volentemente, né razionalmente (ancor peggio), bensì coattamente coercitivamente. questa landa è una persistente galera costituita da performazioni di restrizioni fisiche, metafisiche, metaontologiche e quotidiane. figurarsi, campare in un pianeta in cui per frequentare qualcuno devi snastrare anche 500 deca al giorno, in cui per respirare anche non privilegiatamente devi snastrare anche 200 al giorno, in cui tutto volenti o nolenti è questione di abbondanza quattrinesca e sbruffonaggine manipolatrice baldanzesca, in cui la purezza è impraticabile o spiaccicata e ritrovata in poesiuole terrificanti o valide ma inattuabili, inapplicabili, mentre tutto è forzatura decoscienziante e ogni giorno bisogna calciarsi da qualcosa per ribadire la solita etica del sacrificio ma per cosa ma per chi per rattenere 2 grammi di muscolatura che se discardata per 5 giorni o meno andrà disfacendosi accumulare per poi perdere perché la folta coltre dei qualcuno (sempre gli altri, veh) ha deciso così e tanti razzi e mazzi in kool. non poterne più né meno sempre è legittimo, è possibile, e non serve altro che considerare la realtà oggettivamente di realismo oggettivissimo, e capire che anche questi 4 minuti di felicità sono frutto di condizionamenti biologici e postbiologici (tanto anche gli avanzamenti filotransumanistici muovono e muoveranno dalle basi del voler esperire e accumulare ai livelli della fisica delle altissime e bassissime sfere, si torna sempre a quel desiderio di farsi infinità che tanto anche quello, esaminato in tutto e per tutto, non può che portare da alcuna parte se non ad un punto limitatissimo nella sua presunzione di infinitudine.
sono talmente sfigata che vengo rimbalzata fuori dai miei stessi 5 sensi
per essere poi sbalzata dall'inaccaduto come la realtà non potesse fare altrimenti
ripersonalizzandomi bevendo hard seltzer mentre pensieri hashano duro la vita 50K RPM
depensandoti realizzi che tutti vogliono accelerare ed eccellere, io decelerare decedere
c'è chi è abusato fino al punto in cui non sente più polpe di senso di colpa
e in corpo ha una coltre di colt colpenti lo stesso concettod i colpo
gente mi profila per sapere se io sia morta, nel tempo in cui di me non t'eri più accorta
io sono già mio malgrado rinata, rimorta, risorta senza rimorso alla modanatura dell'ombra
non investo in relazioni, tanto mi torna tutto fottuto e incazzato in corpo
pensare che io volevo vivere di monogamia eterna dandoti stille di sangue al tuo porto
a prescindere da come mi comporto, e da quanto ho distorto dopo il mondo che m'ha reso semirediviva morta